Ottocento e primo Novecento

L’Università di Ferrara venne soppressa in seguito alla legge della Pubblica istruzione della Repubblica Italiana del 1802 che riduceva le sedi a Bologna e Pavia.

A Ferrara funzionò una scuola speciale di Idraulica e un Liceo dipartimentale (1804-1815) nel quale insegnò l’architetto Gaetano Genta.

L’Università fu ripristinata con la restaurazione pontificia del 1815 e seguì le sorti delle Università pontificie fino al 1859, quando il legato pontificio lasciò Ferrara. Il sistema universitario pontificio era governato dalla bolla Quod Divina Sapientia del 1824 che classificava Ferrara come università minore. Di fatto l’insegnamento matematico si ridusse ad un paio di cattedre e l’unico docente di qualche rilievo fu Francesco Santini, un allievo di Bonati e Malfatti.

Con l’annessione al Regno d’Italia l’Università di Ferrara rimase come università libera, finanziata essenzialmente dal Comune, con una sola laurea completa in giurisprudenza e vari corsi incompleti: matematica, chimica, medicina. Tuttavia tra le Università libere ebbe un certo successo nei primi anni del Novecento.

Tra i docenti nell’Ottocento vanno ricordati Luigi Calzolari che scrisse di teoria dei numeri e Filippo Borgatti, autore di una ricostruzione della pianta di Ferrara nel 1597. Nel 1909 fu chiamato a sostituire Borgatti Francesco Severi, ordinario a Padova. A Severi subentrò Ugo Amaldi. Nel 1913 venne ad insegnare meccanica razionale Pietro Burgatti, di Cento, professore a Bologna.

La riforma Gentile nel 1923 impose il completamento dei corsi incompleti e a Ferrara si completarono gli studi di matematica. Così Gianna Calzolari poté laurearsi nel 1925, prima donna laureata nell’Università di Ferrara, discutendo una tesi con Leonida Tonelli, ordinario a Bologna e incaricato a Ferrara.

 

LeonidaTonelli.png

- Leonida Tonelli

 

A Ferrara insegnarono anche Angelo Tonolo e Annibale Comessatti, entrambi professori a Padova. Nel 1927 fu chiamata, prima ordinaria a Ferrara, Margherita Beloch. A Burgatti successe come incaricato di meccanica Dario Graffi.

In definitiva dall’inizio del Novecento Ferrara aveva come docenti di matematica studiosi di ottimo livello nazionale, ma in gran parte docenti a Padova o a Bologna. Le limitate risorse dell’università, fino a quando essa non divenne statale, non consentivano un insediamento locale stabile di docenti reclutati con concorsi nazionali.